E’ una psicoterapia di gruppo anzi, è una psicoterapia “individuale in gruppo” che propongo ai miei pazienti e che offre la possibilità di analizzare le dinamiche con le quali abitualmente interagiamo con gli altri e ci relazioniamo nel nostro quotidiano.
Un’esperienza che si realizza ogni qualvolta persone che non si conoscono tra di loro si incontrano per affrontare e sciogliere i propri nodi conflittuali intrecciando le vite in un contesto terapeutico di gruppo in cui possono rappresentare liberamente, senza giudizi e attraversando il piano simbolico del gioco, il loro mondo interiore.
Terapia individuale in gruppo perché ci si mette in gioco personalmente e coinvolgendo gli altri si analizzando i contenuti inconsci che emergono attraverso le proiezioni. Nel gioco della sabbia di gruppo è il singolo paziente a lavorare su di sé, contemporaneamente lavorano su di sé tutti i partecipanti e, mi sento di dire, lavora su di sé anche il terapeuta.
Questo strumento di lavoro nasce dalla pluriennale pratica clinica di due analisti italiani, il dott. Maurizio Mecatti e il prof. Giovanni Gocci, e si fonda su alcuni presupposti teorici che provengono dalla psicologia analitica di Carl Gustav Jung e dal gioco della sabbia della sua allieva Dora Kalff, dalla psicologia della Gestalt e dalla teoria del campo di Kurt Lewin, dal concetto di “spazio transizionale” nella teoria del gioco di Winnicott, dallo psicodramma Moreniano e da alcuni elementi della teoria dei gruppi.
I partecipanti, dalle 8 alle 12 persone, sono disposti in cerchio, seduti intorno ad una vasca dal fondo azzurro e ricoperta di sabbia. Intorno alla vasca numerosi oggetti, piccoli giochi di qualsiasi tipo, sono a disposizione dei partecipanti che li sceglieranno e li disporranno all’interno della vasca spostando la sabbia, facendo emergere l’acqua, raffigurando strade, montagne o insenature. Un paesaggio pian piano si anima fatto di animali, automobili, strumenti musicali, conchiglie, alberi, palline, pigne e qualsiasi altro oggetto venga scelto e disposto nel contenitore dai partecipanti.
Uno spazio di gioco, protetto ed accogliente, si materializza al centro del gruppo e all’interno della sabbiera, guidati dal principio della sincronicità, gli oggetti metteranno in scena i contenuti inconsci dei singoli che, con le loro proiezioni, daranno vita ad un percorso simbolico individuale in grado di costellare i contenuti inconsci degli altri partecipanti dando vita ad uno scenario terapeutico di gruppo visibilmente più ricco della somma dei singoli percorsi.
Un momento di crescita interiore che ben si inserisce all’interno del percorso terapeutico individuale, che permette di sperimentare i propri limiti, contattare i propri nodi interiori e le proprie difficoltà ma al tempo stesso permette di conoscere le proprie risorse psicologiche, la propria forza interiore, le proprie qualità creative rispecchiate e rimandate dalla forza del gruppo e dalla significatività degli oggetti scelti e messi in gioco nella sabbiera.
(Dott.ssa Elena Camilot)
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